Il gender pay gap, ovvero il divario retributivo tra uomini e donne, è ancora un problema presente in quasi tutti i paesi del mondo e l’Italia non fa eccezione, anzi, nel nostro paese si registra uno dei più alti tassi di disuguaglianza di genere sul lavoro. Nonostante alcuni passi in avanti negli ultimi anni, l’Italia è ancora lontana dalla parità di genere. Nel 2021 il nostro paese ha fatto registrare uno dei gender gap più ampi in Europa e si è piazzato al 63esimo posto su 153 nazioni considerate, secondo una classifica stilata dal World Economic Forum.
Dall’università al mondo del lavoro
In media oggi in Italia le donne guadagnano il 20% in meno dei loro colleghi uomini, che tendono ad occupare posizioni di più alto livello. Gli uomini inoltre trovano lavoro prima e più facilmente ottengono contratti a tempo indeterminato o lavorano autonomamente. Può dunque sorprendere notare che in Italia le donne, in percentuale, si laureano più degli uomini, e anche prima e con voti più alti. Ma non solo, le donne prendono parte più spesso a tirocini e altre esperienze legate all’università.
La differenza sta nel tipo di laurea conseguita. Nei corsi di ingegneria ed informatica ad esempio, meno del 25% di chi conclude con successo il percorso universitario sono donne, e questo si riflette ampiamente sul mondo del lavoro. Inoltre, dato che i laureati in queste discipline tenderanno ad essere sempre più ricercati dalle aziende in futuro, il gender gap in questi campi rischia di ampliarsi ulteriormente.
Questo dimostra come ci sia ancora non solo una grande differenza di opportunità tra uomini e donne, ma anche un pregiudizio di genere che può scoraggiare le studentesse dall’intraprendere studi in campo scientifico o tecnologico. È dunque necessario contrastare anche questi condizionamenti sociali e puntare all’inserimento delle donne nell’ambito STEM, sia a livello universitario che lavorativo.
Famiglie e lavoro
Un altro fattore da considerare è la famiglia. Nel nostro paese sono ancora spesso le mamme ad occuparsi dei figli per molto più tempo rispetto ai papà, e questo si riflette su tasso di occupazione e divario salariale. Le donne lavorano part-time più spesso degli uomini ed è anche molto più frequente che lascino volontariamente la propria occupazione quando hanno bambini piccoli. Incentivare i genitori a sfruttare gli asili nido potrebbe aiutare le donne a non dover scegliere tra lavoro e famiglia. Anche in questo caso, per superare la disuguaglianza di genere, è prima necessario sconfiggere i pregiudizi.
Nonostante tutto ciò, e seppur con un rallentamento dovuto alla pandemia, ci sono comunque dei timidi segnali di miglioramento, ma il percorso per superare il gender gap è ancora molto lungo e pieno di ostacoli, e colmare il divario non sarà affatto facile.