La rappresentazione simbolica del potere che interessa la GenZ
Nel libro “Moda e politica. La rappresentazione simbolica del potere“, la Prof.ssa Maria Cristina Marchetti spiega in che modo la moda è funzionale alla rappresentazione simbolica del potere e della sua stratificazione all’interno della società. La GenZ soprattutto sembra la più interessata.
Tra la moda e la rappresentazione simbolica del potere c’è un rapporto controverso, che è cambiato attraverso le epoche storiche e i contesti politici. La moda ha un legame con il processo di stratificazione sociale e risponde al bisogno di integrazione o differenziazione degli individui in società. Per questo, essa ha anche un legame con la differenziazione in classi sociali, come quella nata, ad esempio, dalla Rivoluzione industriale. Ebbero infatti origine la borghesia capitalistica e il proletariato, che, secondo Marx, erano contrapposte in una lotta di classe.
Da questo momento storico in poi, sono nate espressioni linguistiche che, nel descrivere l’abbigliamento di una classe sociale, rimandano al suo ruolo, come “white collars” o “tute blu”. E ancora, possiamo citare il fenomeno del power dressing al femminile, cioè l’ adozione di codici di abbigliamento maschili (tailleur di taglio rigoroso, spesso blu o azzurro, con camicie chiare) da donne che aspirano a ricoprire ruoli di potere. Nel Sessantotto, poi, le subculture giovanili volevano invertire, rispetto alla generazione degli adulti, i codici simbolici (attraverso la decorazione), per sovvertire l’ordine estetico borghese e la sua morale sessuale. Il corpo iniziava ad essere esibito liberamente e si vide l’avvento dell’unisex. Non solo: desert boots, l’eskimo e i jeans divennero la divisa della sinistra; mentre i “figli della borghesia”, vestivano pantaloni a sigaretta, giacche di pelle e occhiali da sole.
Moda e potere oggi: la generazione Z e lo stile
Il ruolo della moda come trampolino per esprimere messaggi politici e simboli del potere in relazione alla società è oggi più che mai sotto gli occhi di tutti, grazie anche al valore artistico che viene riconosciuto alla moda in tutto il mondo. Esattamente un anno fa, nello scorso Met Gala, il galà annuale di raccolta fondi per il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York City, ha spiccato l’abito-manifesto della deputata americana Alexandria Ocasio-Cortez. Bianco, a sirena, con un messaggio in rosso bold: “Tax the Rich”, che tradotto significa “Tassate i ricchi”. La stilista è una immigrata di colore, fondatrice del marchio Brother Vellies, incentrato sulla sostenibilità. Un chiaro monito politico, quello della deputata, che è stato poi anche ripreso nella sua comunicazione Instagram, in cui si leggeva: “Ora è il momento di prendersi cura dei più piccoli, dell’assistenza sanitaria e di agire tutti assieme per il clima. Tassa i ricchi”.